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Dopo l’impegnativo anno 2020, il quale ha rallentato fortemente molte attività, stiamo assistendo ad una ripresa repentina dell’economia del nostro paese, con il Pil in recupero oltre le aspettative. Ad oggi il Pil italiano è cresciuto del 4,7%, con la stima di arrivare a fine anno tra il 5,5% ed il 6%. Una situazione molto positiva.

Ci sono molte merci in circolazione e le società di autotrasporto sono ancora attori primari nel processo di crescita del nostro paese, ma quali sfide deve affrontare oggi il settore oltre alla elevata quantità di merci da movimentare?

Il tema del momento, oltre all’aumento del prezzo del petrolio e dei suoi derivati che stanno avendo un impatto significativo per il settore, è la carenza di autisti. Ad oggi ne servirebbero addirittura 17.000, un numero incredibile.
Questa situazione obbliga le società di trasporto a fermare parte delle loro flotte, con la conseguenza che la disponibilità di camion è di gran lunga inferiore alla domanda del mercato.

Quali sono le ragioni di questa situazione? Analizziamole insieme.
Gianluigi Satini, presidente della FAI regione Veneto (Federazione Autotrasportatori Italiani), in una recente intervista sul tema afferma che da tempo la ricerca di autisti è una sfida continua. Tra le ragioni principali troviamo la scarsa attrattività del mestiere per le giovani generazioni ed il mancato ricambio generazionale; l’età media degli autisti è sempre più alta ed a seguito dei pensionamenti non ci sono nuove leve disposte a svolgere questo usurante ed impegnativo mestiere. Altra ragione è l’oneroso conseguimento della patente e dell’abilitazione professionale per guidare un camion (dai 4 ai 6 mila euro), cifre che non sono alla portata di molti giovani che si approcciano a questa attività. Un’ulteriore motivazione è l’età minima necessaria per guidare un Tir, fissata a 21 anni. Un giovane che termina gli studi si inserisce nel mondo del lavoro un paio d’anni prima di raggiungere questa età, intraprendendo quindi altri percorsi lavorativi.

Le associazioni di categoria si stanno battendo per trasmettere questi concetti alla politica, affinché intervenga, prima che sia troppo tardi. La situazione merita già grande attenzione ed un intervento tardivo produrrebbe il lievitare repentino dei costi di trasporto e causerebbe ritardi significativi lungo tutta la supply chain.

Tra le possibili norme su cui intervenire ci sono: sgravi fiscali per aumentare gli stipendi degli autisti e rendere il mestiere più attrattivo, incentivi per il conseguimento della patente, sussidi e normative ad hoc per traghettare i giovani interessati a questo lavoro fino all’età utile per poter guidare il camion.

E tu, come vedi questa situazione? Hai in mente soluzioni alternative per una progressiva risoluzione della questione?

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